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Quando i nonni sono in vacanza…

… con te.

Sono al lago, con il mio bambino e i miei genitori. Fantastico, direte voi, finalmente è vacanza: tu ti rilassi e i nonni ti aiutano col piccolo. Errore!
Per darvi un’idea della vicenda, ieri pomeriggio alle tre e mezza, mio papà e mia mamma erano sul MIO letto che se la ronfavano al fresco, mentre io sollazzavo Davide – che ovviamente non ne voleva sapere mezza di dormire – in giardino sotto il sole cocente.

Eh sì, questo luglio con i nonni non è esattamente come me lo ero immaginato.
E’ infatti molto difficile trovare un equilibrio nella faccenda della responsabilità condivisa che, a mio parere, proprio non funziona, anzi, rischia di fare danni.
Tu stai cucinando per tutti e credi che il bambino sia in giardino con il nonno.

Invece scopri che sta tentando di giocare col groviglio di fili dietro il mobiletto della tv (e tu non lo vedi) mentre il nonno in giardino sta in realtà facendo la Settimana Enigmistica.
Tu stai facendo i letti e rassettando la casa mentre la nonna (dice lei) porta il piccolo a fare una passeggiata. Poi scopri che il piccolo sta rosicchiando felice le ruote del passeggino dove la nonna avrebbe dovuto metterlo PRIMA di mettersi a chiacchierare con la vicina appena incontrata…
E via di questo passo. Potrei raccontarvene a decine.

I miei sono sulla settantina e capisco che non abbiano le energie che ho io. Soffrono il caldo, vogliono fare il pisolo al pomeriggio, non amano stare troppo in giro e, soprattutto, checché ne dicano loro, giocare con Davide per più di un’ora li sfibra allo sfinimento.

Il punto è che io devo lavorare. Non sono qui in vacanza. E’ solo uno spostamento per permettere ai miei e a Davide di tirarsi un po’ fuori dalla fogna di Milano. Ho bisogno di qualche ora al giorno per concentrarmi e produrre. Oltre a quelle della notte ma lì non c’è problema perché per fortuna Davide alle nove in punto va a nanna.
Eppure a volte ho la sensazione che sono io quella che aiuta loro e che pensa per tutti mentre mi piacerebbe tanto, almeno due o tre ore al giorno, che qualcuno mi togliesse ogni pensiero. Nello stesso tempo non me la sento di pretendere altro da chi mi ha già dato tanto nel corso della vita. E mi attorciglio in un circolo vizioso.

Come fare? Dove sbaglio?

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