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Cosa può provocare un’infezione alle vie urinarie durante la gravidanza?

La dolce attesa è un meraviglioso percorso all’insegna di cambiamenti importanti per il corpo. La salute della futura mamma, però, vive un momento all’insegna della fragilità. Tra le problematiche con le quali una donna incinta può avere a che fare, rientrano senza dubbio le infezioni urinarie.

 Cosa le provoca? Un fattore che può influire notevolmente è l’attività sessuale.

La gravidanza è un periodo durante il quale molte donne non rinunciano all’attività sessuale. Tuttavia, come spiega questo articolo su Dimann.com, sito tra i più autorevoli in materia, esiste una correlazione tra sesso e infezioni alle vie urinarie, motivo per cui durante la gravidanza è fondamentale adottare precauzioni supplementari.

In questo – e negli altri casi che esamineremo meglio nelle prossime righe – alla base del problema c’è la presenza dei batteri che risalgono l’uretra. Si tratta quasi sempre dello Staphylococcus e dell’Escherichia coli. Gli squilibri che li vedono prevalere sulla restante flora batterica possono dare luogo sia a quadri asintomatici, sia a situazioni caratterizzate da sintomi come il dolore, il bruciore e il prurito. Nelle circostanze più gravi, si può avere a che fare anche con la febbre, conseguenza poco auspicabile in gravidanza soprattutto per via dell’impossibilità di prendere farmaci.

Altre cause

Come precedentemente accennato, i rapporti intimi sono solo una delle cause che possono portare all’insorgenza di infezioni urinarie durante la gravidanza. Da non dimenticare è anche l’influenza del diabete gestazionale, una condizione che può complicare la gestazione di donne che non per forza soffrono della patologia da non incinte. Tra le peculiarità che caratterizzano il quadro clinico delle donne con diabete gestazionale, rientra anche la maggior concentrazione delle urine. Questa situazione aumenta il rischio di infezioni urinarie in quanto a concentrazione più alta corrisponde una probabilità crescente di presenza di batteri patogeni nelle urine. Ricordiamo in particolare il ruolo del glucosio, un vero e proprio catalizzatore quando si parla di proliferazione batterica.

Inoltre, durante i nove mesi di gestazione aumenta la probabilità di sperimentare il problema dei ristagni di urina. Come mai? Perché, con il peso del feto, la muscolatura della vescica si rilassa e il flusso dell’urina risulta molto più lento.

Si potrebbe andare avanti ancora molto a parlare delle cause che provocano l’insorgenza di infezioni urinarie in gravidanza. In questo novero è possibile includere la stitichezza, condizione dovuta all’alto livello di progesterone, uno degli ormoni che caratterizzano la gravidanza.

La stipsi, di riflesso, provoca un aumento del rischio di avere a che fare con la risalita lungo le vie dei condotti urinari di batteri fecali. Il risultato? Maggior esposizione alle infezioni alle vie urinarie.

La sopra citata stasi urinaria può essere dovuta anche a un altro fattore. Quale di preciso? La dilatazione dell’uretra provocata dagli ormoni.

All’inizio dell’articolo, abbiamo fatto presente che, in alcuni casi, i quadri infettivi possono essere asintomatici. Numeri alla mano, la batteriuria gravidica riguarda il 15% delle donne in dolce attesa. Se la situazione non viene trattata adeguatamente, può evolvere e complicarsi diventando cistite o pielonefrite. Come già accennato, si tratta di situazioni che è bene evitare in quanto, impossibilitata a prendere molti farmaci, la donna in gravidanza può andare incontro a forti rischi per la sua salute, per non parlare di quella dell’embrione/feto.

Sia nel caso della batteriuria asintomatica, sia in quello delle infezioni sintomatiche, aumenta il rischio di inizio pretermine del travaglio o di rottura prematura delle membrane. Quest’ultima evenienza, può comportare, in casi estremi, il decesso del bambino.

Concludiamo rammentando che, tra i pochi farmaci che una donna in gravidanza può prendere per contrastare le infezioni urinarie, rientrano antibatterici come la cefalexina. A seconda delle scelte del medico curante, si può parlare anche di somministrazione della nitrofurantoina. L’ultimo farmaco è controindicato nelle donne vicine al termine della gravidanza.

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