Bebè
La genitorialità è una guerra tra vecchie abitudini e nuovi piaceri
La battaglia non è con responsabilità o restrizioni. È con idee su chi sei e come sei nel mondo che non sono più vere.
Ci sono una miriade di metafore per una nuova genitorialità. Cammini sulle nuvole. Trovi nuove stanze del tuo cuore. Scongela. Ti sciogli. Ma la metafora più comune, l’onnipresente metafora implicita che distorce il nostro linguaggio, è questa: vai in guerra. I genitori combattono la fatica . I soggiorni diventano zone di guerra. L’insonnia diventa tortura. La gioia di un bambino diventa, se badi al linguaggio, un’insurrezione.
Allora, chi è il nemico?
Prima di avere il mio primo figlio, ero di tipo A, un po’ OCD e ansioso di coprire ogni dettaglio del lavoro e dei progetti domestici. Probabilmente è stato per il meglio che ho avuto un bambino sulla quarantina. Avevo imparato a rilassarmi un po’. Ma, d’altra parte, la nascita è seguita a due decenni durante i quali ho avuto il lusso del tempo . Avevo avuto opportunità sia per l’edonismo che per il perfezionismo .
Poi, niente di più.
La regolazione è stata incredibilmente difficile. Per esempio, mi sono fissato con l’idea che il nostro bidone del compost – sai, il piccolo sul piano di lavoro con gli avanzi di cibo – fosse sporco. Quindi eccomi lì, dopo aver dormito a malapena e molto meno facendo la doccia, a strofinare il cestino come se potesse fare la differenza. Era un uso bizzarro del tempo. Stavo strofinando ossessivamente un bidone della composta che non era, a dire il vero, scandalosamente sporco o preoccupante. Perché? Non avevo abbandonato le mie vecchie priorità.
Il mio vecchio io stava dicendo al mio nuovo io che doveva essere fatto.
Quel vecchio me stesso il mio nuovo nemico. Non ero in guerra con il bambino – amavo il bambino – ero in guerra con l’abitudine e l’autoconcezione.
Il vecchio io, ovviamente, voleva leggere un po’ prima di dormire. Il vecchio sé voleva strofinare. Il vecchio sé non era disposto a essere ragionevole oa scendere a compromessi. Quindi ci siamo dati battaglia, compito per compito, ora per ora, giorno per giorno,
Old Self: il bucato deve essere separato in bianchi e colorati e asciugato all’aria.
New Self: la biancheria può essere accatastata sull’asciugatrice.
Vecchio Sé: I confini sono importanti.
Nuovo Sé: finché sei disposto a tenere in braccio il bambino e a cercare di aiutarlo, fai quello che vuoi.
Vecchio sé: caffè mattutino. Allenamento a metà giornata. Serata bicchiere di vino.
Nuovo sé: il bambino sorride. Dormire. Momenti di chiarezza.
Vecchio sé: pianificatore.
Nuovo Sé: Nel momento.
Il mio nuovo io è tutt’altro che perfetto. Ma sono più indulgente, flessibile e consapevole del mio tono e delle mie reazioni rispetto a prima, sia nelle mie interazioni con mio figlio che con mio marito. La genitorialità è stata una battaglia dopo l’altra. È stata una guerra. Ma il conflitto non è mai stato con le persone che amo. È il mio vecchio io.
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