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Come alimentare un bambino prematuro dopo la dimissione

Bambini che russano

Diventare genitore comporta un momento di grandi emozioni, spesso in contrasto tra loro soprattutto se il bambino nasce prima del termine previsto della gravidanza. Come alimentare correttamente un neonato pretermine è ancora oggetto di discussione e se alcune scelte sono suffragate da evidenze, per altre mancano sicure raccomandazioni.

Bambini prematuri, facciamo chiarezza

Parlare di bambini prematuri significa abbracciare differenti categorie di bimbi: è naturale che un bimbo nato a 25 settimane di gestazione con peso di 600 g è un soggetto completamente differente da un neonato di 34 settimane di 2000 g di peso alla nascita.  

  • gravemente pretermine: in questa prima categoria rientrano tutti i bambini che sono nati prima della 30° settimana di gestazione. I piccoli possono nascere con molti organi non completamente formati e pronti per svolgere le proprie funzioni vitali. In particolare, il polmone, l’intestino, il cervello e gli occhi risultano ancora particolarmente immaturi e soggetti a complicazioni potenzialmente molto dannose. Inoltre il rischio di contrarre infezioni talora fatali  è particolarmente elevato.
  • moderatamente pretermine: sono i bimbi  nati tra la 30° e la 33° settimana; anche se meno frequentemente della categoria precedente,  possono andare incontro a complicazioni polmonari, intestinali e soprattutto infettive.  Anch’essi necessariamente trascorrono i primi giorni e settimane di vita  in ambiente protetto ospedaliero e vengono poi dimessi quando hanno raggiunto un grado di autonomia (alimentare e respiratoria) ed un discreto peso (1800-2000 g)
  • late preterm: sono i bambini prematuri nati tra la 34° settimana e la 36° settimana: sono a rischio di patologia respiratoria in particolare se vengono alla luce per taglio cesareo, mostrano decisamente meno problemi clinici acuti ma allo stesso modo devono essere attentamente seguiti dal proprio pediatra. Infatti in questi soggetti lo sviluppo  cerebrale delle ultime fasi della gravidanza avviene al di fuori dell’ambiente per loro fisologico, l’utero materno; tale situazione aumenta il  rischio di sviluppare difficoltà nello sviluppo motorio e cognitivo.

 

Alimentazione del pretermine: l’allattamento al seno  

Per i bambini gravemente pretermine la scelta alimentare obbligata all’inizio è la nutrizione per via venosa che mediamente prosegue fino a 20-30 gg di vita. Dopo questo periodo e per tutte le altre categorie di neonati pretermine l’allattamento al seno, come suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è la soluzione fortemente consigliata e che è supportata da un grado di evidenza inequivocabile. Le esigenze nutrizionali dei neonati altamente pretermine o per quei pretermine che stentano a recuperare il peso possono essere superiori alle capacità nutritizie del latte materno; per tale motivo esistono degli integratori di calorie, proteine e minerali con cui rendere più “ricco” il latte materno. Tale pratica è normalmente seguita fino al momento della dimissione dai reparti ospedalieri.

Meno certezze esistono su quando e con cosa iniziare lo svezzamento cioè la introduzione di cibi solidi nella dieta di questa categoria di bambini. Si può ritenere che l’età di 5-7 mesi (età cronologica, non età corretta) rappresenti il limite sui cui gli esperti convergono, ma non ci sono prove sulla congruità di questa affermazione.  

Soprattutto in caso   di allattamento al seno va ricordato che oltre alla integrazione calorico proteica va associata una integrazione con prodotti polivitaminici e di oligolementi. Tra questi la vitamina D, lo zinco, il selenio e soprattutto il ferro hanno una importanza rilevante. Le scorte di ferro accumulate in una gravidanza accorciata sono insufficienti per garantire un ferro di deposito adeguato a coprire i primi mesi di vita (ferro è assolutamente carente nel latte umano, così come la vitamina D). La carenza di ferro con o senza anemia ad esso legata può essere causa di alterazioni dello sviluppo neuromotorio, rischio assolutamente da evitare vista la grande suscettibilità dei neonati pretermine al danno neurologico

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Dottor. Paolo Tagliabue, il pediatra dei bambini prematuri

Se si è alla ricerca di un pediatra specializzato nella cura dei bambini prematuri, il Dottor. Paolo Tagliabue è un valido riferimento per le famiglie dei piccoli nati prima del termine previsto. Grazie alla sua esperienza come medico primario nel reparto di neonatologia a Monza, mette a disposizione le proprie competenze, l’esperienza e la passione per la professione nel proprio studio privato. Affiancare i bambini prematuri e i loro genitori attraverso un percorso che li veda crescere sani e forti è la mission che il medico pediatra Paolo Tagliabue consegue da anni con soddisfazione dei suoi piccoli pazienti.

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